Secondo l’Ipavsi in Italia servirebbero almeno 47mila infermieri in più per sanare i turni massacranti alla quale è sottoposto il personale infermieristico. Campanelli che suonano di continuo, telefoni che squillano, terapie da somministrare, il rilevamento dei parametri vitali, cure igieniche e i letti da rifare, tutto in una corsa continua senza potersi fermane un secondo.
Infatti i tagli alla spesa sanitaria e il blocco del turn over hanno portato ad un abbassamento del numero dei professionisti della salute nelle varie strutture a discapito non solo dei lavoratori ma anche dei cittadini che usufruscono del servizio.
In soli cinque anni i nostri ospedali hanno perso 7.500 infermieri, dove la perdita è stata maggiore in regioni come Campania, Lazio e Calabria, che hanno addirittura il 72,5% di infermieri in meno rispetto ad altre regioni. Naturalmente, le conseguenze per chi fa questo lavoro sono disastrose, perché per garantire i servizi si devono lavorare molte più ore ed essere sottoposti a grade stress. In oltre, se pensiamo al un mancato cambio generazionale presente nel nostro paese, gli infermieri con più di 50 anni – meno “resistenti” ai turni massacranti e alla corsa gornaliera per svolgere funzioni e manovre rischiose – sono circa il 38% dei lavoratori.
In Italia spesso il rapporto infermiere/paziente è di circa 1 infermiere ogno 10/15 pazienti, mentre che per poter errogare un’assistenza di qualità il rapporto dovrebbe essere 1 infermiere ogni 5/7 pazienti. Infatti, uno studio del British Medical Journal ha mostrato come l’indice di mortalòità sia un 20% inferiore quando l’infermiere ha a carico 6 o meno pazienti.
E se si volesse cambiare lavoro o optare per un lavoro stabile in ospedale pubblico? Beh, vincere un concorso è come trovare un ago in un pagliaio. Anni di attesa e sperare che avvenga il miracolo. Dunque, è perfettamente comprensibile che molti giovani laureati in scienze infermieristiche decidano di sviluppare la loro carriera all’estero. Infatti in Germania la richiesta di infermieri specializzati cresce di anno in anno e continuerà ad essere così negli anni futuri offrendo ai “nuovi” e “vecchi” laureati in infermieristica possibilità che l’Italia al momento non può dargli.